La Chiesa del Purgatorio

La Cappella confraternale, ubicata in Piazza P. Nenni in Orta Nova, fu costruita a totale carico del ricco signore Giovanni Spinelli di Giuseppe (1764-1819) tra il 1798 e il 1805 sul luogo in cui, in base a tradizione tramandata oralmente, sorgeva già un’altra piccola cappella dedicata a Santa Caterina da Siena che serviva per la sepoltura dei feretri dei forestieri-viandanti che si trovavano nella zona ortese e dei soci della Confraternita. La certezza di tale generosità risiede ed è iscritto in un antico documento presente nel nostro archivio storico risalente al 2 febbraio del 1852 (cfr. Richiesta di affiliazione alle onestissime Sorelle del Purgatorio di Donna Giustina  Sinisi di don Saverio, vedova e madre dei figli di Don Abramo Spinelli di Orta, figlio del fondatore e signore Benefattore Giovanni Spinelli della Chiesa del Purgatorio -2 febbraio 1852 – Archivio storico della Confraternita del Purgatorio di Orta Nova, Fondo dei Registri dei Verbali, Libro 2°, Pag. 127).

 

Nel corso di una visita pastorale[1] presso la Confraternita del Purgatorio che si ebbe tra il 18 ottobre e il 19 novembre del 1825, il Vescovo di Ascoli Satriano e di Cerignola, Mons. Antonio Maria Nappi costatò la non agibilità e la fatiscenza della cappella del sodalizio e con somma dedizione si rivolse all’Intendenza di Capitanata e quindi alla segreteria generale di beneficenza per ricevere un cospicuo e consistente aiuto per riparare e restaurare detta chiesa. (cfr. Allegato n. 5 – Lettera all’Intendenza di Capitanata per il restauro della Chiesa del Purgatorio d’Orta  dovuta all’interdizione della stessa – 4 novembre 1825 - Archivio storico diocesano di Ascoli Satriano, Fondo delle Confraternite, Busta 20, Incartamento 52). L’impegno di ristrutturazione era affidato ai congregati per ridonare la struttura alla devozione del popolo ortese. Tale ricorso a un’istituzione pubblica fu reso necessario e giustificata dall’ordinario del tempo perché le condizioni economiche dei “cinque reali siti” non erano fiorenti. La Chiesa delle Anime Sante fu restaurata e ulteriormente abbellita e di ciò è prova il cartaceo, conservato nell’archivio diocesano di Ascoli Satriano, circa le spese affrontate alla Chiesa d’Orta da parte dei congregati sotto la più completa supervisione del Vescovo Mons. A. M. Nappi. La somma spesa per tali interventi ammontò a duecentoventuno ducati e venti. Fino al 1837 fu utilizzata come deposito di cadaveri, in seguito fu destinata esclusivamente a luogo di culto e di preghiera. La prassi generale di tumulazione dei cadaveri iniziato nel Medioevo, quando la sepoltura nelle chiese era riservata ai privilegiati, culmina nel Settecento, giacchè anche per i ceti popolari si apre la possibilità di una sepoltura sotto il pavimento della chiesa, quasi in diretto contatto con il flusso delle indulgenze. Per di più conveniva sottrarsi all’anonimato attraverso l’associazionismo, proprio per evitare l’abbandono da parte dei vivi, specie se il proprio nome non appartenga a casate importanti destinate a rimanere nella memoria e non si abbia la possibilità di redigere testamenti e disporre ricchi lasciti in cambio di suffragi perpetui. La cappella confraternale, pertanto, fu intitolata a “Santa Maria del Suffragio o Sante anime del Purgatorio” e fu dedicata alla B.V.M. del Monte Carmelo che ne era la protettrice. Della mariolatria che caratterizzava il cattolicesimo del tempo, sono segno le intitolazioni delle confraternite risalenti al XVIII secolo, che si richiamano pur sempre a figure di madonne, come l’Addolorata, la Pietà e del Carmine, e quindi esplicitamente all’esistenza ultraterrena e alla buona morte. La Cappella ha un’ampiezza di ottanta mq ed è a una sola navata. Era servita da una sola porta laterale che conduceva nel piccolo oratorio dove si riunivano i confratelli e le consorelle. La cappella fu dotata di un Altare Maggiore privilegiato in Perpetuo con Breve Pontificio il 10 gennaio 1852. Al centro dell’Altare maggiore nel corso dell’anno 1852 fu spostata e situata la statua della Madonna del Carmine; nella nicchia resasi vacante a seguito di tale spostamento fu collocata la statua del santo taumaturgo Francesco di Paola commissionata all’unanimità nella seduta del 6 novembre 1852 all’artista di scuola napoletana Nacca in cambio di dodici ducati (Assemblea confraternale del 6 novembre 1852 – 6 novembre 1852 - Archivio storico della Confraternita del Purgatorio di Orta Nova, Fondo dei Registri dei Verbali, Libro 2°, Pag. 135).

Nelle sedute dell’assemblea confraternali del 9 novembre 1873 e del 18 gennaio 1874 il priore “pro tempore”, il sig. Forgione Michele costatò la volontà dei sodali a voler ampliare ulteriormente la struttura sacra per fruire di una sagrestia che potesse migliorare la vita devozionale e comunitaria della confraternita e che potesse meglio proteggere l’Altare Maggiore da agguati denigratori e ladrocini vari. Il terreno da riscattare misurava palmi trenta e tale spazio apparteneva al Sig. Dembech, il quale non si oppose alla vendita dell’appezzamento di terreno. Il 13 aprile 1874 il Consiglio Comunale di Orta Nova espresse parere favorevole all’occupazione da parte della confraternita del Vico Laterale Dembech alla Chiesa del Purgatorio. La confraternita, nonostante la situazione economica non rosea, s’impegnò a versare nelle casse comunali non meno di cento lire. L’atto deliberativo d’approvazione fu rettificato il 6 maggio 1874 dalla regia Prefettura della provincia di Capitanata e l’11 maggio 1874 dalla Prefettura di Foggia. (cfr. Verbale del Consiglio Comunale di Orta Nova per l’occupazione del Vico Laterale Dembech alla Chiesa del Purgatorio – 13 aprile 1874 - Archivio storico diocesano di Ascoli Satriano, Fondo delle Confraternite, Busta 20, Incartamento 71).

Il permesso di tenere il Santissimo Sacramento nel ciborio di pietra al centro dell’altare maggiore si rinnovò nel 1897, ma non si è a conoscenza per quanti anni si poté avere questo privilegio perché non è stato possibile rintracciare il Breve. Il sagrestano della Chiesa per incarico della Confraternita eseguiva la questua girando per il paese con una cassetta il lunedì per le Ss. Anime del Purgatorio e il mercoledì per la B.V.M. del Monte Carmelo. La questua era finalizzata per le spese di culto della cappella confraternale. Il questuante aveva il permesso dalla Prefettura e dell’Ordinario del tempo.

La cappella del Purgatorio nel tempo ha subito varie calamità naturali ma grazie alla Provvidenza Divina e alla caparbietà dei sodali, che nel corso degli anni si sono susseguiti, ha ricevuto continui restauri e abbellimenti. Nell’anno 1932 un fulmine, caduto durante un temporale, fece crollare la cupola e parte del campanile che non fu più riportato all’altezza originaria. Nell’agosto del 1948 una scossa sismica provocò una lesione gravissima alla volta sovrastante il presbiterio e in generale un indebolimento di tutta la struttura compresa la sacrestia e l’oratorio. Il rettore della Chiesa all’epoca dei fatti, Sac. Pasquale Salvatori rilevò, in una relazione del 29 aprile 1950 gli effetti del terremoto dell’agosto 1948 al vescovo di Ascoli S. e Cerignola, Mons. Pafundi Donato, l’encomiabile sforzo economico della congrega nel ristrutturare e salvare l’edificio sacro e altresì suggeriva, senza alcuna pretesa, all’ordinario del luogo la possibilità di dichiarare e considerare la Chiesa del Purgatorio una pari-parrocchia per usufruire di maggiori vantaggi nelle elargizioni del governo.

Questa cappella confraternale fu elevata a Parrocchia nel marzo del 1960 con decreto episcopale di Mons. Mario Di Lieto. Nella memoria di molti fedeli è ancora vivo il ricordo della presenza del venerato Sac. Pasquale Salvatori che ha retto per oltre un cinquantennio la Cappellania del Purgatorio e, quando questa è diventata parrocchia, è rimasto presente in modo discreto fino al 1973. Primo parroco fu il Sac. Michele Piano, che la resse in qualità di pastore fino al 1968. Nel 1985 la parrocchia ha cambiato titolo dietro sollecitazione dell’Ordinario del tempo Mons. Vincenzo D’Addario, assumendo il titolo di Parrocchia del “Ss. Crocifisso”, titolo diventato definitivo anche con il riconoscimento del capo dello Stato così come recita la G.U. dello 07 novembre 1986. La Parrocchia del Ss. Crocifisso ha assunto la personalità giuridica il 5 dicembre del 1987 e attribuzione del codice fiscale il 5 gennaio 1988.

Tra il 1993 e il 1995 la comunità parrocchiale del Ss. Crocifisso vide sorgere mattone dopo mattone il nuovo tempio ubicato e compreso tra Via Romagna, Via Piemonte, Via Liguria e Via Umbria. Il lotto a disposizione, di forma rettangolare, ha una superficie di 5000 mq. Il 30 marzo del 1995 S. E. Mons. G.B. Pichierri, Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, consacrò e dedicò il sacro tempio al Ss.mo Crocifisso. La necessità di costruire un nuovo tempio risiede in svariate motivazioni che qui di seguito cercheremo di elencare in maniera sintetica: - la sempre continua fragilità della Cappella confraternale perché costruita all’epoca con materiale di risulta, senza fondamenta ben solide e vespaio che le impedisse l’umidità per capillarità. Ha avuto, dunque, bisogno di continui interventi, anche sostanziosi;

  • le opere parrocchiali, usate per le attività parrocchiali, erano dislocate lontano dalla cappella;
  • negli ultimi due decenni del novecento si è era verificata un’espansione edilizia di tipo economico-popolare in una zona lontana dalla sede del vecchio tempio, che ha visto concentrarsi qui la maggior parte delle famiglie giovani della Parrocchia.

Per tutte queste considerazioni, la comunità ha cominciato a esigere e a porre l’attesa di un nuovo complesso con opere e strutture necessarie che potessero divenire occasione e spazi privilegiati per l’intera comunità nel suo crescere e divenire ciò che è chiamata a essere. La confraternita ha sostenuto la nascita del progetto e la costruzione del nuovo complesso parrocchiale elargendo ingenti e sostanziali aiuti economici[2].

La Chiesa del Purgatorio, così, ritornò a essere la casa dei fratelli e delle sorelle del sodalizio confraternale delle Anime Sante del Purgatorio, sebbene la sede legale della confraternita sia in Via Umbria, presso la Parrocchia del Ss. Crocifisso in virtù del Decreto Episcopale di S. E. Mons. Giovan Battista Pichierri emanato il 12 marzo del 1997.           

Nel corso del XX secolo la nostra cappella ha avuto bisogno di continui interventi, anche sostanziosi, per poter il più possibile preservarla dal decadimento. Un primo ripristino fu operato sotto la reggenza del Sac. Michele Piano con l’aiuto sempre presente della Confraternita. Altri due sostanziosi interventi furono compiuti sotto la reggenza del Sac. Cesidio Cordisco. Gli interventi effettuati furono: scoverchiamento e rifacimento del tetto sull’altare con tegole romane, recinzione interna per evitare lo sfaldamento dei muri fatiscenti, ricollocazione dell’altare di fronte al popolo, opere di consolidamento della sacrestia e piccola stanza accanto al tempio. In seguito a questi interventi si sono verificati altri gravi segni di cedimento soprattutto della volta. Dal 2005, con la reggenza del Padre Spirituale della Confraternita, Sac. Pedone Ignazio, complessi e radicali sono stati i restauri non ancora ultimati giacché nell’imminente primavera sono previsti i lavori di ristrutturazione per il rifacimento totale della facciata della Cappella e della torre campanaria. Gli interventi effettuati sono: il debellamento di problemi d’infiltrazione delle acque meteoriche, il ripristinamento in toto dell’antica copertura a capriate, la realizzazione di un vespaio aerato per inibire l’umidità di risalita, il recupero del novecentesco pavimento (autorizzazione alla messa in posa del pavimento risalente al 6 settembre 1926) coperto negli anni settanta da lastre di marmo, l’istallazione dei nuovi impianti idrici, microfonici, elettrici e dall’allarme, il restauro degli stucchi interni e intonaci interni, la sostituzione delle finestre esistenti con vetrate istoriate nonchè il vecchio e fatiscente portone in anticorodal con un nuovo portone massiccio in legno. Durante i lavori di recupero sono emerse tracce delle antiche decorazioni e affreschi pittorici che si dispiegavano, non sappiamo con quale ampiezza e trattando quali temi sacri, lungo l’aula rettangolare. I restauri non ancora terminatosi sono stati eseguiti sotto la supervisione della Sovrintendenza ai Beni culturali e del Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, Mons. Felice di Molfetta. I fondi per questi complessi e radicali restauri sono giunti dall’otto per mille della C.E.I., dal Comune di Orta Nova e per la parte più consistente dalla Confraternita del Purgatorio.  La riapertura al culto della Cappella della Confraternita è avvenuta con grande stupore di tutta la cittadinanza il 17 febbraio 2008.     

         

[1] Il decreto episcopale emanato in occasione della Santa Visita risale al 18 ottobre 1825 (Acta Visitationis pro civitate et Diocesi Asculana).

[2] Da una lapide epigrafe affissa nel nuovo tempio così si evince il sostanziale aiuto economico della Confraternita del Purgatorio: “Questo complesso parrocchiale dedicato al Ss.mo Crocifisso fu realizzato per la gloria di Dio e l’edificazione della comunità parrocchiale grazie all’impegno tenace del parroco Sac. Cesidio Cordisco sostenuto dal Vescovo S.E. Mons. G.B. Pichierri, ai provvidi contributi dell’otto per mille della C.E.I., della benemerita Confraternita del Purgatorio amministratori del tempo Francesco Manzi priore, Antonio Putignano 1° Assistente, Antonio Saracino 2° Assistente, Antonio Montanaro segretario e Francesco Curci cassiere, dei fedeli generosi della città secondo il progetto ideato da Emilio Corvi architetto, Pietro Cassotta e Salvatore Maffione ingegneri ed eseguito con Maestria dalla Ditta Costruzioni Levante”. Orta Nova, 30 marzo 1995”.